Come noto, sono da tempo in via di attuazione le procedure per la semplificazione dell’attivazione delle attività economiche, in particolare anche per quanto riguarda le attività connesse alla commercializzazione e somministrazione degli alimenti.
Il procedimento per l’apertura di una nuova attività prevedeva,
oltre ad una licenza (di fatto ormai quasi completamente abrogata salvo casi particolari delle attività di somministrazione e per le attività della “grande distribuzione”) anche l’autorizzazione sanitaria rilasciata, a secondo delle Regioni, dal Comune o direttamente dalla AASSLL.
Si è quindi passati alla DIA e quindi alla SCIA, segnalazione certificata di inizio di attività. SCIA che va inoltrata al SUAP (sportello unico delle attività produttive comunale che qui da noi in Lombardia pare funzioni abbastanza bene (ma non dappertutto !).
Fin qui tutto bene: l’utente sembrerebbe assai facilitato.
Basta segnalare che intende aprire l’attività ed avendo i prerequisiti di legge, se e dove previsti, può farlo immediatamente.
Una piccola e forse non proprio piccola complicazione è però rappresentata dal fatto che la comunicazione e l’inoltro della relativa certificazione va ora fatta tramite PEC (cioè tramite posta elettronica certificata).
E qui sorge la complicazione perché se il mitico utente non è dotato della strumentazione necessaria deve per forza rivolgersi ad un professionista intermediario che possegga gli strumenti elettronici per poter provvedere all’inoltro della comunicazione e della documentazione richiesta nonché al deposito della “firma certificata “.
L’invio della domanda in forma elettronica è peraltro possibile in presenza di linee telefoniche appositamente predisposte per supportare un traffico di dati di mole consistente cosa che, al momento, non è possibile in tutte le aree del nostro Paese.
Ed in tal caso resta la consegna a mano o per via postale.
Tuttavia nei comuni e nelle zone dove tale rete telefonica e telematica è presente la consegna a mano o per via postale è ora quasi ovunque impossibile.
Le associazioni di categoria offrono per fortuna quasi ovunque supporto all’utente e ad esse ci si rivolga con fiducia.
Insomma la liberazione da una parte di burocrazia crea la dipendenza da altri e da altro e la liberazione dell’utente, anche nel settore strettamente “alimentare” del commercio, rischia di essere solo virtuale.
Siamo comunque in una fase transitoria .
Quando ci saremo abituati tutto questo (la PEC) forse ci sembrerà una bazzecola !
E la ASL cosa fa ?
Nelle nuove procedure la ASL riceve direttamente dal Comune la comunicazione SCIA ed è tenuta a “registrare “le nuove attività nonchè a vigilare sulle attività nuove e già in essere, secondo la programmazione è dettata da specifiche linee di indirizzo su base regionale,
Dott. G .P. Pirola
Dipartimento Veterinario
ASL di Milano