Ha ottenuto un ottimo successo in termini di partecipazione e consenso la XIII edizione dell’incontro annuale tenutosi lo scorso 23 novembre al “Rinascimento” di Campobasso e promosso e organizzato dalla Federcarni-Confcommercio del Molise.
Il pubblico presente ha potuto assaporare, attraverso una degustazione guidata, gli antipasti tipici a base di carne che la nostra regione è in grado di offrire. Un team di Maestri Macellaie un team di professionisti, tra cui il professore dell’Unimol Giampaolo Colavita, il dottor Gabriele Di Blasio, il dottor Dante Rosati e la dottoressa Annamaria Lombardi, ha dispensato consigli alla platea e illustrato le qualità gastronomiche dei piatti.
Da oltre un decennio la Federcarni, con costanza, impegno, passione e professionalità mette in campo tutte le sue forze e risorse per promuovere a trecentosessanta gradi il “prodotto Molise”, anche e soprattutto con l’ausilio di questi eventi che diventano, al di là del loro aspetto ludico, fondamentali punti d’incontro tra gli associati, i consumatori e le istituzioni.
L’obiettivo primario è sempre quello: la valorizzazione della sana e prestigiosa cultura culinaria locale, che vede senza dubbio nelle carni la sua esaltazione. Un patrimonio alimentare che il Molise non può certo trascurare, dato i suoi risvolti culturali, sociali ed economici. Il presidente della Federazione Michele Natilli durante il convegno, che ha visto anche la partecipazione del Consigliere Provinciale Tiberio e dell’Assessore Comunale Parpiglia, ha voluto anche affrontare temi delicati come quello della grave crisi economica: “Concordo pienamente - ha affermato Natilli - con coloro che affermano che la crisi mondiale in atto può rappresentare, paradossalmente, per tutti una grande opportunità”.
“E' evidente - ha proseguito il presidente della Federcarni Molise - che se questo sistema, dominato da monopoli, multinazionali e logiche commerciali finalizzate all'esasperata industrializzazione dei prodotti, è crollato rovinosamente sotto gli occhi di tutti significa che è giunto il momento di cambiare definitivamente rotta e di tornare a valorizzare l'aspetto locale del commercio e il legame unico che si ha con la propria terra. La qualità deve vincere sulla quantità, il piccolo deve avere pari diritti e dignità del grande produttore e distributore, perché in grado di offrire merci qualitativamente superiori e di garantire una ricchezza reale che si trasferisce in modo concreto sul tessuto sociale in cui opera”.
“Torniamo a puntare sui piccoli commercianti - ha poi concluso - che di sicuro non speculano in Borsa ma lavorano sodo per garantire un futuro alle proprie famiglie e per offrire prodotti genuini alla collettività”.
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